Vai al contenuto
Home » Il Disturbo Oppositivo Provocatorio

Il Disturbo Oppositivo Provocatorio

Bambino arrabbiato

Cos’è e come affrontarlo

Irritabilità e rabbia sono stati d’animo che ogni persona sperimenta nel corso della vita. Di per sé, la rabbia e l’irritabilità, sono reazioni normali nei bambini, possono però funzionare da campanello d’allarme quando si manifestano per un tempo prolungato (almeno 6 mesi), e quando si presentano assieme a comportamenti polemici e di sfida.

Si parla di Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP), quando un bambino presenta un umore collerico accompagnato tipicamente da problemi di autocontrollo. Questi bambini appaiono spesso arrabbiati, rancorosi verso le altre persone, polemici e sfidanti. Comportamenti che vanno al di là del semplice “capriccio” e che sono presenti per un periodo di tempo sufficiente a far preoccupare un genitore.


Come riconoscere il Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP)

Spesso il bambino con un Disturbo Oppositivo Provocatorio litiga con gli adulti, si rifiuta di rispettare le regole e sfida continuamente gli adulti. Spesso il bambino  provoca e irrita volontariamente altri bambini, ma può capitare che sia anche permaloso e suscettibile o facilmente irritato dagli altri. Spesso non riconosce il proprio modo di agire e accusa gli altri per i propri errori o peril proprio cattivo comportamento. Inoltre, il bambino appare arrabbiato e rancoroso, dispettoso e vendicativo.

La diagnosi viene effettuata se questo pattern di comportamenti è tale da determinare un disagio nel bambino e/o nel contesto sociale in cui vive (famiglia, scuola) oppure ha un impatto negativo sul normale funzionamento sociale o scolastico. Deve inoltre essere frequente e persistente, deve presentarsi per almeno 6 mesi.

diventa necessario intervenire precocemente con un trattamento specifico al fine di ridurne il rischio.


Come possiamo intervenire?

Il trattamento per il Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP) si basa su una psico-educazione che coinvolge non solo i genitori, ma anche gli insegnanti affiancata da un lavoro individuale con il bambino e un intervento nell’ambiente scolastico.

Spesso anche gli insegnanti si trovano in difficoltà e non sempre sanno come gestire queste situazioni. Il nostro compito è quello di aiutarli per far sì che sappiano mettere in atto la strategia migliore con il loro alunno, in un rapporto di fiducia e comprensione.

Il fine ultimo è quello che il bambino con Disturbo Oppositivo Provocatorio si senta capito e ascoltato, anche nei suoi episodi di rabbia e irritabilità.

Può capitare che Il genitore, di fronte a questi comportamenti, si preoccupi e si senta impotente, senza gli strumenti in mano per affrontare la situazione. Diventa necessario quindi informare e spiegare ai genitori in che cosa consiste il Disturbo Oppositivo Provocatorio attraverso la psico-educazione.

La psico-educazione mira a fornire gli elementi per comprendere pienamente il disturbo ed i fattori che ne favoriscono il mantenimento, permette ai genitori di focalizzare l’attenzione sui comportamenti positivi del bambino e rinforzarli in modo adeguato. Il genitore imparerà a gestire i comportamenti disfunzionali del proprio figlio favorendo una maggior consapevolezza di sé come genitore.

È importante ricordare che ad essere sbagliato non è il bambino, ma il suo comportamento in una determinata situazione, comportamento che, attraverso strategie educative e interventi mirati, può essere modificato. I trattamenti più efficaci sembrano essere quelli basati su un approccio multi-contestuale, in cui sono previsti interventi simultanei nei diversi contesti di vita del soggetto: familiare e scolastico.


Cosa può fare un genitore o un insegnante?

Esistono delle piccole strategie

  • Ascoltare il bambino: saper ascoltare le richieste del bambino e fornire sempre una spiegazione valida nel caso la richiesta non possa essere soddisfatta in quel momento.
  • Gestire le emozioni: insegnare al bambino a riconoscere le emozioni anche attraverso il gioco, in particolare attività che favoriscano il riconoscimento della rabbia.
  • Poche e semplici regole: i genitori o gli insegnanti insieme ai bambini possono costruire un cartellone con delle regole chiare e semplici, espresse preferibilmente in forma affermativa. Ad esempio “a tavola stiamo seduti” e “sulle scale si cammina vicino alla maestra”.
  • Rinforzare i comportamenti positivi: evitare di notare soltanto i comportamenti negativi e cercare di lodare i comportamenti positivi, compreso lo sforzo che compie il bambino per rispettare una regola.
  • Stabilire delle conseguenze: nonostante il comportamento del bambino sia scorretto è sempre bene non parlare di punizioni, ma di conseguenze di un determinato comportamento.
  • Rimanere coerenti: gli adulti dovrebbero cercare di rimanere coerenti nelle regole e nelle conseguenze, altrimenti il bambino si sentirà confuso.